Della storia del nostro paese nei primi secoli della storia medioevale italiana, non si ha alcun ricordo, mancano gli scritti mancano i monumenti. Solo più tardi cominciano a spuntare le prime memorie. La più remota appare in un diploma dell'Imperatore Enrico II "Il Santo", col quale questi nel 1014 conferma la donazione che alcuni signori del Piemonte, della Lombardia e della liguria avevano fatto al sorgente monastero di S. Benigno in Fruttuaria: "in loco et fundo Cellae" - erano alcune terre donate dai marchesi Aleramici prima del 1014 al predetto monastero.
Alcuni storici accolsero la traduzione che Varazze Celle ed Albisola fossero situate dei primordi del medioevo entro terra. E' sembrato che il nome stesso di Celle convalidasse questa idea e si è detto che ove sorge l'attuale centro storico non esistessero nei tempi remoti se non che alcune casupole ad uso di depositi (cellae) dove gli abitanti del vero paese posto più addentro ponevano gli attrezzi marinareschi.
La vita di Celle ebbe in tutto il medioevo vicende comuni ai paesi limitrofi di Varazze ed Albisola, se non quando l'antica Marca Aleramica, nella quale queste terre erano comprese, per via di ripetute successive ripartizioni tra i discendenti del Capostipite, andò frammentandosi in vari dominii. La famiglia di Ugo, pronipote di Aleramo I fu quella che ricevette in dominio la parte orientale e meridionale dell'antico stato, nella quale era situata la regione posta fra l'Appennino e il mare a levante di Savona. I documenti del secolo XII ricordano nei discendenti di Ugo, i consignori di Celle e tra questi il particolare predominio dei Marchesi di Ponzone che durò su Celle quasi due secoli, contrastato sovente da Genova e da Savona. Da essi passò ai Malocelli e quindi nei D'Oria, famiglie consolari Genovesi, strette con i Ponzone da vincoli di Parentela. A testimonianza della signoria in Celle dei Ponzone merita di essere ricordato il Trattato di Pace stipulato il 6 febbraio 1186 tra Enrico Giacomo e Ponzio, Marchesi di Ponzone, ed il Comune di Savona, nel quale essi promettevano di far giurare agli abitanti di Varazze, Celle ed Albisola, Sassello e Ponzone, "de salvando et custodiendo Comune Saone", latto di possessione tra Enrico II di Ponzone ed a favore di donna Ursa, madre di Trucco, Cancelliere di Savona. La signoria dei Malocelli risale a sua volta all'inizio del XIII secolo. E' affermata con la comproprietà in questo Comune di Guglielmo che fu Console di Genova nel 1207 e degli eredi di lui, cioè, i suoi figlioli: Giacomo, che fu ammiraglio di Genova nel 1241, Enrico e Lanfranco, i quali in Genova occuparono importanti uffici pubblici.
La signoria dei D'Oria nel Comune di Celle si inizia col ramo di Oberto Capitano del popolo di Genova, il vincitore della Meloria, signore di Loano e di Dolceacqua, e prosegue per quasi tutto il secolo XIV con i discendenti dello stesso. Alle signorie dei Ponzone, del Malocelli e dei D'Oria, segue il dominio di Genova, intesa ad aumentare con l'annessione di feudi e di territori ligustici, la sua forza e la sua potenza. Già nel 1290 Giacomo e Bonifacio Malocelli avevano venduto per lire 3.250 al Comune di Genova la loro signoria in Varazze, Celle ed Albisola. Con la Convenzione del 1343 il Doge Simon Boccanegra ed il suo Consiglio dei quindici sapienti anziani, concedevano che i nostri paesi Varazze Celle ed Albisola , si unissero in una Podesteria , sotto il governo di un Podestà nominato annualmente dal Comune di Genova. Esso risiedeva a Varazze e doveva visitare i medesimi luoghi di Celle e Albisola, il più sovente possibile per mantenervi l'ordine e le più antiche e buone consuetudini. Tra le altre concessioni era importante quella per la quale si lasciava che le tre Comunità amministrassero i loro propri beni. Ciascuno dei tre Comuni ebbe i suoi propri Statuti Municipali. Celle li ebbe nel 1414, e nel Comune si conserva ancora un libro in pergamena , però di data posteriore di circa un secolo, nel quale stanno scritti i capitoli e le modificazioni successive sempre fatte dal popolo. Il governo popolare era completo , e da quel tempo durò fino al 1798, alla caduta cioè della Repubblica di Genova. Sempre nel 1414, il 21 di luglio , in una casa posta nella vallata di Pecorile nacque Francesco Della Rovere, divenuto Papa col nome di Sisto IV.  Nei periodi sopraccennati non mancarono gravi contestazioni tra i Savonesi e gli abitanti della Podesteria per alcune parti del territorio di Celle spettanti a quello di Savona. Non furono compere , ne contratti pacifici quelli che condussero queste frazioni di territorio (Pecorile e Sanda) dalla Signoria di Savona a quella di Genova , ma bensì le conseguenze terribili del tragico epilogo che terminò la lotta acerrima tra le due rivali (1529), infatti la città ebbe atterrate le mura , distrutto il molo e il porto nonché la parte più bella della stessa. Per quanto riguarda il suo domino in quelle parti del territorio di Celle, un decreto della Repubblica di Genova del 20 Agosto 1529, stabilì, tra le altre gravezze che essa non dovesse avervi più alcuna giurisdizione. Veniva così completato il territorio di Celle i cui confini rispettano ancora oggi l'identica antica circoscrizione.
Nel 1535 Pietro Buonacorsi detto Perino del Vaga, discepolo del Raffaello, da qualche anno dimorante a Genova presso il Principe D'Oria, impegnato negli affreschi del Palazzo, su commissione dei Pescatori di Celle dipinse il Polittico raffigurante San Michele conservato con tanta cura nella nostra Parrocchia dedicata all'Arcangelo. Nel secolo XVI la ricrudescenza della pirateria barbaresca, impose nuove misure difensive e con la consulenza genovese si dotò di due fortificazioni sul mare. Uno sorse alla marina, nel bel mezzo del piazzale del "Molo" (l'attuale Piazza del Popolo), l'altro sul poggio a levante dell'attuale Chiesa di N.S. di Consolazione, quando il colle avanzava sino al mare. Da un inventario datato 7 giugno 1598 si ricava che questa rocca veniva indicata come "forte di Levante" mentre l'altra "forte di Ponente. Il 24 luglio 1629 "li Magnifici Consiglieri congregati nella sala del Comune" diedero ordine di cominciare la fabbrica della Chiesa Parrocchiale di San Michele, nel luogo stesso ove si trovava l'antica Chiesa medioevale. Di quest'ultima si conservò il Campanile e la nuova Chiesa venne consacrata l'8 ottobre 1645 dal Rev. D. Francesco Spinola Vescovo di Savona. Sempre nello stesso anno, 1629 e precisamente il 28 Agosto il generale Parlamento propose di fabbricare due molini a vento, di uno dei quali si conservano i ruderi. E' nel XVII e XVIII secolo che la popolazione trova condizioni economiche favorevoli dovute ai numerosi navigli che consentono una prospera attività nel commercio e nella navigazione in Francia, Spagna, ed America. Grazie all'attività operosissima dei suoi marinai e dei suoi trafficanti, Celle seppe elevarsi ad invidiabile posto tra i Paesi più ricchi ed attivi della riviera occidentale. Con Decreto 11 Dicembre 1808, Napoleone Primo, istituiva una fiera detta di San Michele che doveva durare tre giorni, a cominciare dal 29 settembre. La prosperità di Celle ebbe una forte decadenza in seguito al sistema doganale francese del 1815, per cui dovette perdere navigli e commercio. A questo forte danno ha sopperito in parte la intensa attività di traffico che i mercanti di Celle avevano in molte piazze di Spagna e in Francia meridionale. Esistevano a Celle due fornaci per la fabbricazione delle stoviglie, per cui era efficacemente utilizzata la terra argillacea esistente nel territorio del Comune. Di tali fornaci una rimaneva ancora, ma inattiva , nell'anno 1911, quando venne demolita per l'ampliamento di via B. Arecco.
Con la costruzione della Ferrovia, il cui primo convogliò transitò il 19 maggio 1868 si ebbe fine al piccolo cabotaggio risultando i trasporti su rotaia più convenienti e sicuri, mentre la chiusura della spiaggia col "muraglione"influì negativamente sulle residue attività portuali e cantieristiche.  Si aprì per Celle una nuova stagione basata sullo sfruttamento delle proprie risorse naturali: sole, mare, spiaggia ed il bel borgo, con le sue case poggiate l'una all'altra, bellissime nei colori ammansiti dal tempo e dal salino. I vacanzieri estivi nel 1894 risultarono 38 e le presenze 1608 con una permanenza media di 42 giorni, dati che nel l'anno seguente erano già triplicati. Nel ventennio tra le due guerre Celle costruì la sua immagine di località preferita per le vacanze dalle famiglie della solida borghesia, in maggior parte lombarde e piemontesi, che desideravano soggiornare in un sito tranquillo, ordinato e quieto.
Michele Manzi
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